Castore - Monte Rosa

Ultima gita della stagione estiva prima delle vacanze. I rifugi sono chiusi, le comodità vengono meno ma la montagna sembra

Abbiamo grandi idee per i prossimi tre giorni: la salita al Castore, discesa dalla Ovest, salire il Poluce e i Breithorn. Il primo giorno arriviamo al rif. Quintino Sella nel tardo pomeriggio, accendiamo la stufa e prepariamo la cena.

Durante la notte una bufera di neve e vento ci tiene compagnia ma per fortuna siamo al riparo; la temparatura esterna continua a scendere e la mattina con gran sorpresa scorgiamo il limite della neve attorno ai 2300m.

Il vento "forte" non smette di soffiare per tutto il giorno, il rifugio trema ed ogni signolo tentativo di uscire dal bivacco svanisce nel giro di pochi minuti; il vento continuo e le raffiche a 70-80 km/h rendono impossibile la camminata e la temparatura percepita dal corpo si aggira attorno ai -25°C.

Siamo costretti quindi a rimanere nel rifugio tutto il giorno aspettando e sperando che il vento si calmi per il giorno seguante. La stufa è sempre accesa ma sembra che non funzioni, il freddo è pungente e la notte sarà lunga. Alle 5 mi sveglio dal freddo, cerco in qualche modo di scaldarmi ma non ci riesco; aspetto le prime luci, mi alzo per riaccendere la stufa e noto con stupore che l'acqua nelle pentole è gelata. Il vento finalmente si è calmato, il cielo terso ci fa intuire che sarà una giornata fantastica, ci prepariamo e si parte. Si intravedono molti crepacci, segnale di questa estate eccezionalmente calda; la salita di per sè non è nulla di difficile ma una volta arrivati in cresta il vento ci accompagnerà fino in cima rendento il tutto un po' più complesso. Tornati al rifugio felici ma provati dal freddo preso nei tre giorni decidiamo che l'avventura può terminare qui.


Cervino

Il Cervino...è la montagna, sognato e desidarato da qualsiasi alpinista

Non vi è una via di salita che si possa definire "easy", la cresta dell'Hornli anche se non tecnicamente difficile è lunga, sia in salita ma ancor più in discesa

Con Paul tentiamo la salita in una bellissima giornata di Settembre, le condizioni sono buone, la temperatura giusta ed il poco vento sono dalla nostra parte; non siamo velocissimi e man mano che saliamo la stanchezza si fa sentire sempre di più. Arriviamo alla spalla a circa 4180m, è tardi, la cima è lì mancano 300m, possiamo continuare ma una volta in cima siamo solo a metà del tragitto; la discesa è ancora più insidiosa della salita, se poi aggiungiamo la stanchezza il rischio aumenta considerevolmente.

Come "Guida" il mio primo obiettivo è l'incolumità mia e della persona che è con me; anche io vivo le forti emozioni che la montagna sà regalare ma una parte più razionale cerca sempre di tenermi legato alla realtà facendomi considerare i vari rischi possibili.

Guardo Paul e con un po' di amarezza gli dico che dobbiamo tornare indietro, oggi il Cervino non sarà nostro; il sogno è svanito ma non è perso, il Cervino come qualsiasi altra montagna è sempre lì ad aspettarci. A volte si è vincitori, a volte bisogna aspettare un secondo "round" per poter assaporare la gioia della cima.